«Il Regno dei cieli è vicino». Questo è l’annuncio che Gesù ha voluto porre al centro della sua vita pubblica. Annuncio su cui passiamo sopra troppo rapidamente, in fondo senza capirlo.
La liturgia di questa domenica rimette davanti ai nostri occhi questa espressione, stavolta però attraverso la predicazione di Giovanni Battista, segno che Gesù quando parla di Regno di Dio o di Regno dei cieli (le due espressioni si equivalgono) utilizza una categoria che già circolava nell’ebraismo dell’epoca.
Parlare di Regno dei cieli significava dire che Dio era sul punto di intervenire nel mondo per creare una realtà totalmente nuova. Non si tratta quindi di un riferimento all’aldilà, ma di un mondo nuovo, “cieli nuovi e terra nuova” che cominciano già in questa vita. Giovanni Battista si mette al servizio di questo annuncio, per indicare che sta per arrivare qualcuno più grande di lui che darà avvio a questo mondo nuovo. Certo, l’annuncio di Giovanni è ancora imperfetto, perché parla di un intervento “vendicativo” di Dio, cosa ben lontana da quello che sarà il ministero di Gesù. Però l’annuncio presenta un valore autentico: sta cominciando qualcosa di nuovo.
Questo annuncio è sempre attuale ed è quanto mai urgente fargli spazio nella nostra vita, verificando se la venuta di Cristo, che l’avvento ci fa contemplare, sia davvero la possibilità di una vita totalmente rinnovata, di un modo più bello e più vero di vivere, di una realtà nuova che fa irruzione nel mondo vecchio per rinnovarlo in profondità.
Don Davide