Nel libro del profeta Isaia ad un certo punto compaiono alcuni canti che raccontano di un personaggio misterioso (il profeta non ci dice infatti a chi si riferisce), un servo di Dio destinato a portare nel mondo luce e salvezza. Nella domenica dedicata al battesimo di Gesù nel Giordano la liturgia ci propone il primo di questi canti, in cui viene detto che questo servo ha una missione universale, è chiamato a portare la giustizia al mondo intero, a liberare chi si trova in schiavitù, a guarire i ciechi, a salvare coloro che vivono nelle tenebre.
La Chiesa ha sempre riferito questi brani, scritti più di cinquecento anni prima di Cristo, alla missione salvifica e universale di Gesù. L’episodio del battesimo racconta l’inizio di questa missione: Gesù passa dall’essere un anonimo israelita originario di un villaggio da nulla di una regione marginale della Palestina a personaggio pubblico di primo piano, irresistibile e controverso, amato e odiato come nessun altro prima di lui. Il battesimo è un inizio in cui c’è già il marchio inequivocabile della sua volontà di salvezza universale: Gesù si mette in fila con i peccatori, con quelli che chiedevano a Giovanni Battista un battesimo di penitenza perché sentivano tutto il loro bisogno di cambiare vita e di essere salvati. Gesù si fa solidale con loro, e così facendo mostra di mettersi accanto ai peccatori di tutti i tempi.
Con questo gesto Gesù si mette “dalla nostra parte”, si fa compagno di strada e di vita di tutti gli esseri umani di tutti i tempi che cercano una redenzione, un senso al loro cammino umano. Con il battesimo Gesù inizia la sua vita pubblica, la sua missione che continua fino alla fine dei tempi.
Don Davide