«Signore, mostraci il Padre e ci basta». Questa domanda che l’apostolo Filippo fa nel corso dell’ultima cena trova lo stesso Gesù un po’ sorpreso: «Come fai a dire una cosa del genere Filippo? Non hai capito proprio nulla in tutti questi anni in cui hai condiviso la mia vita?». La risposta suona quasi come un rimprovero. Eppure dobbiamo ringraziare questo apostolo perché ci ha dato l’opportunità di udire dalla bocca stessa di Gesù quello che in fondo il vangelo ci mostra a più riprese: chi vede Gesù vede il volto stesso di Dio, vede il Padre.
Anche noi, come Filippo, sentiamo tante volte dentro di noi il desiderio di “vedere” Dio, di potergli parlare faccia a faccia, di poter dialogare con lui e capire un po’ di più questo immenso mistero che è la vita, il mondo, la storia. Soprattutto quando la realtà ci fa male e ci ferisce sentiamo il desiderio di poter vedere il volto stesso Dio e trovare un po’ d luce.
Il vangelo ci dice che dobbiamo fissare lo sguardo su Gesù, sulla sua umanità, sulle sue parole, sul modo che ha avuto di incontrare le persone, soprattutto chi aveva più bisogno della sua misericordia. Lì vediamo davvero chi è Dio e come Dio guarda la vita di ciascuno di noi. Se non fissiamo lo sguardo su Gesù prevalgono altre immagini di Dio, spesso poco rassicuranti.
Come incontrare oggi Gesù? Come fissare i nostri occhi sul suo volto? Immedesimandosi con i testi dei vangeli, certamente. Ma soprattutto nell’incontro con Gesù risorto presente nella comunità cristiana, nel suo popolo fatto da quelle pietre vive che siamo tutti noi che crediamo in lui.
Don Davide