La prima lettura scelta per la solennità del Corpus Domini ci parla del lunghissimo cammino che Israele ha compiuto nel deserto dopo la fuga dall’Egitto. Ci viene ricordato che il deserto è un luogo terribile e aspro, inospitale e pieno di pericoli. Ma anche che attraversarlo non è senza senso e senza scopo. È Dio stesso che ha fatto uscire il popolo e lo conduce nel deserto per metterlo alla prova, sostenendolo con una manna “sconosciuta ai padri”.
Il deserto è un’immagine efficace per parlare della nostra vita e della vita di tutti che è spesso un “luogo” inospitale, dove capita di smarrirsi e pensare di provare troppa fatica per riuscire ad andare avanti. Ma è proprio nello smarrimento che può capitare di accorgerci che un Altro non ci abbandona e si prende cura di noi offrendoci un nutrimento, un pane che è la sua stessa presenza.
La solennità di oggi ci aiuta proprio a rimetterci davanti al cuore stesso della nostra fede: Cristo vivo e presente, Cristo alfa e omega, cuore del mondo e redentore di ogni uomo. Con lui presente è possibile attraversare la vita riconoscendole una bellezza e un senso. La comunione con lui ci rende parte di una storia più grande di noi in cui ci troviamo uniti gli uni con gli altri in un anticipo di quello che sarà il compimento finale della storia dell’umanità.
Don Davide