Le letture di questa domenica parlano di elezione. Per redimere tutti Dio sceglie alcuni. La storia della salvezza “funziona” così, da sempre. Nella prima lettura, tratta dal libro dell’Esodo, si tratta di un popolo, nel vangelo si parla invece dei discepoli che Gesù sceglie e che invia a evangelizzare. In entrambi i casi Dio sceglie, chiama e invia persone reali, non ideali, per collaborare alla sua opera di salvezza.
CI potremmo chiedere cosa significhi questo per noi cristiani di questo inizio di terzo millennio. Veniamo da una storia che ha visto il cristianesimo come egemone nel mondo occidentale. Salvo poche eccezioni, nascere in Europa significava essere considerati automaticamente cristiani, appartenere a un mondo che, almeno formalmente, si riconosceva nelle verità e nei valori che la Chiesa insegnava.
Oggi la situazione è molto cambiata. Sono sempre meno le persone che si professano cristiane e vivono un’effettiva vita di Chiesa. Questo rende urgente riscoprire e rileggere l’idea di elezione. Le letture di questa domenica ci richiamano il fatto che ciò che è successo al popolo di Israele prima e ai discepoli di Gesù poi è ciò che continua ad accadere oggi. Anche noi siamo scelti perché il mondo conosca Cristo. “Per la sua maggior gloria”, si diceva un tempo con una formula che forse val la pena di riscoprire. Bisogna che nei nostri cuori rinasca la passione per la gloria di Cristo, cioè per la sua presenza, così che il mondo di oggi, così smarrito e pieno di bisogno, possa incontrare lo sguardo del Salvatore e così sperimentare che la gioia, il perdono, la speranza, la salvezza sono possibili.
Don Davide