Le letture di questa domenica parlano di una tematica che può sembrare lontana a noi cristiani di oggi: quella della persecuzione. Sia la prima lettura, tratta dal libro di Geremia, che il vangelo ci parlano di persone che perdono la vita o rischiano di perderla a causa della loro fedeltà a Dio. La cosa sembra non riguardarci. In fondo nei nostri paesi occidentali, per quanto spesso l’ostilità nei confronti della chiesa non manchi, difficilmente si rischia la vita, la liberà, il posto di lavoro per la propria fede.
Perché dunque soffermarci su queste letture? Innanzitutto non va mai dimenticato che ancora oggi tanti nostri fratelli nel mondo vengono perseguitati, talvolta uccisi, proprio in quanto cristiani. Forse il mondo non è mai stato così pieno di martiri come oggi. Queste letture, che vengono lette nelle chiese di tutto il mondo, ci invitano a non dimenticare tutti questi fratelli e a sostenerli con la preghiera e con i mezzi a nostra disposizione.
Ma il motivo dell’attualità di queste letture è anche un altro. Se una persona segue Cristo è impossibile che non paghi un prezzo. Il cristiano nel mondo è segno di contraddizione, perché con le sue parole e soprattutto con le sue opere è portatore di un modo di pensare e di vivere diverso, segno di quel regno di Dio che Gesù è venuto a portare. È una logica diversa che arriva fino a un giudizio nuovo in tutti gli aspetti della vita, compresa la politica, l’economia, la società, l’etica, la cultura.
Di fronte a questa sfida il Signore ci chiede di non aver paura e ci assicura che se scegliamo la via della vita che lui ci ha indicato, il male non avrà mai la meglio su di noi.
Don Davide