Il cristianesimo è l’unica religione che parla di una chiamata universale alla salvezza. Non solo per alcuni eletti, neanche solo per i buoni. Tutti sono chiamati, “buoni e cattivi”, gente per bene e peccatori.
A questo proposito la Bibbia usa delle immagini. La prima lettura ci parla di un banchetto, offerto gratuitamente. L’immagine è importante anche perché evoca l’idea di una salvezza collettiva. Non è una cena “a due”, è un banchetto, una festa: siamo destinati a entrare in comunione con tutto e con tutti. La Chiesa è il segno e lo strumento di questa comunione.
Nel vangelo Gesù riprende l’immagine del banchetto. Questa volta si tratta di una festa di nozze. Gli invitati però non vogliono partecipare. Hanno cose più importanti a cui pensare (il campo, gli affari…). Sono uomini impegnati, realisti, coi piedi per terra, non hanno tempo da perdere. Preso atto del rifiuto il re manda i suoi servi ai “crocicchi” delle strade, in quei luoghi in cui terminano le strade e cominciano i sentieri. Li manda fuori dalla città ad invitare le persone più lontane dal re. Il vangelo dice che vengono chiamati “cattivi e buoni”.
Dio offre la sua amicizia a tutti. Non c’è nessuno che possa dire: «Dio non vuole o non può essere mio amico, sono troppo cattivo, troppo “sbagliato” per essere suo amico». Quante volte ci siamo sentiti dire che l’amicizia con Dio è qualcosa che ci dobbiamo meritare, che Dio ci ama solo se ci comportiamo in modo degno di lui. Invece il vangelo dice che Dio offre la sua salvezza davvero a tutti. Don Davide