La nostra vita è stata raggiunta da un annuncio: Dio, in Cristo, è entrato nel mondo, nella vita di ogni uomo, nella nostra storia personale. Tutta l’umanità e la realtà intera in lui incontrano un’offerta di riconciliazione e di comunione.
L’avvento è il periodo dell’anno in cui fissiamo lo sguardo proprio su questo: Gesù è il Dio che viene a noi per esserci compagno di strada e condurci dentro un’esistenza diversa e infinitamente più umana di quella che conduciamo normalmente. Contempleremo perciò nella liturgia la venuta di Cristo come uomo, nato Betlemme in una grotta 2000 anni fa. Ma non solo. La liturgia dell’avvento è piena dell’attesa dell’ultima e definitiva venuta di Cristo alla fine dei tempi, quando il suo Regno avrà la meglio su tutto il male che tante volte sembra dominare la storia.
La parola più importante di questo periodo è attesa. Il vangelo della prima domenica di avvento mette l’accento proprio su questo atteggiamento interiore. Preparare la via al Signore significa innanzitutto vegliare, cioè avere il cuore pieno di attesa del Salvatore che viene nel mondo. L’alternativa è perdersi in mille strade che non portano da nessuna parte, inseguire i nostri sogni, le nostre pretese o le nostre illusioni, finendo per essere, dice Isaia, come foglie avvizzite che vengono portate via dal vento.
Don Davide