L’inizio del vangelo di Marco contiene un annuncio dirompente. «Il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo». Si tratta di una parola rivolta a noi oggi, che chiede di essere presa molto sul serio. Cosa sta dicendo Gesù all’uomo di tutti in tempi? Cosa è questo Regno che è vicino (nel senso che sta arrivando e allo stesso tempo è già in mezzo a noi)? In che senso il cuore della buona notizia, a cui il Signore chiede di convertirsi, è questa misteriosa realtà a cui il vangelo di Marco richiama in continuazione?
Il Regno di Dio non si può spiegare con dei concetti, ma è una vita in cui si entra con tutto se stessi. Ecco perché Gesù userà le parabole per parlarne. Il Regno è il nostro mondo completamente rinnovato, una nuova creazione che con Cristo morto e risorto comincia a farsi spazio nella storia. Non in modo trionfante, non travolgendo di colpo il male e le contraddizioni, ma come un seme che feconda la realtà in cui viviamo. Un Regno che viene nel segno dell’umiltà, della piccolezza, perfino del nascondimento. Eppure una realtà capace di “far nuove tutte le cose”.
La seconda parte del vangelo di questa domenica ci dice una cosa importante. Gesù dopo aver annunciato il Regno, chiama delle persone a seguirlo e comincia a formare attorno a sé una comunità. Il Regno è anzitutto una questione di rapporti umani nuovi, un modo di stare insieme che diventa segno e strumento di unità di tutto il genere umano.
Don Davide